Durante la prima edizione delle Martucciane, organizzate dall’Associazione Neverland Angels APS, Damusa APS ed il Museo Provinciale Campano di Capua nel giugno 2023, è iniziato a realizzarsi un sogno, quello di poter eseguire, nella sua città natale, un’opera giovanile di Martucci, scritta, in età adolescenziale, durante gli anni di studio presso il Real Collegio di Musica in Napoli (oggi Conservatorio Statale di Musica “S. Pietro a Majella”). Ricordiamo che il nostro illustre concittadino, negli anni più proficui della sua attività di compositore, era considerato uno dei più importanti compositori di musica strumentale italiana, più vicino ai vari Brahms, Schumann, Wagner, distaccandosi dal “mondo operistico” che già da qualche secolo impazzava in Italia. Però questa Messa di Gloria pur essendo un’opera religiosa, è molto influenzata dal melodramma (ma questo, ovviamente, si può riscontrare anche nelle opere religiose di altri compositori italiani). Durante la tre giorni al Museo, abbiamo avuto la fortuna di poter sfogliare in anteprima le edizioni, assoluta e critica, che si basano sull’unico manoscritto esistente al mondo, custodito, per l’appunto, presso il Museo Provinciale Campano di Capua. La casa editrice Vigor Music ha fatto stampare cura dei Maestri Franco Vigorito, Paolo Scibilia e Gabriele Mendolicchio La Messa di Gloria (composta tra l’11 novembre 1870 e il 14 marzo 1871) sia per piano e voci che per orchestra, voci e coro. L’opera si compone di 7 numeri: Kyrie, Gloria, Laudamus te, Domine Deus, Qui tollis, Quoniam e Cun sancto spiritu. Unica composizione “sacro – sinfonico” di Martucci mai eseguita prima del 28 dicembre scorso nella chiesa dell’Annunziata a Capua e il 30 nella Basilica di Sant’Antonino di Sorrento sotto la direzione del Maestro Paolo Scibilia.
Maestro Franco Vigorito
Maestro, lei è un editore molto attento-oltre ad essere un virtuoso flautista- è sempre alla ricerca di “gioiellini”, come è venuto a conoscenza del manoscritto di Giuseppe Martucci?
Circa 10 anni fa mi era stato già segnalato dicendomi però si trattava di un’opera incompiuta per cui non c’è stata alcuna curiosità da parte mia. Un giorno mi telefona il M° Scibilia e mi dice di aver visionato questo manoscritto (del quale ignorava l’esistenza) durante una normale visita al Museo di Capua e mi consiglia di andarlo a visionare. Essendo in pieno lockdown mi metto in contatto con la segreteria del Museo per prendere un appuntamento chiedendo di poter visionare lo stesso. La segreteria nel giro di pochi giorni mi fissa un appuntamento e insieme al M° Scibilia ci rechiamo a Capua e con grande stupore noto a primo impatto che l’opera è completa. Comunico la notizia al M° Gabriele Mendolicchio che è uno dei nostri massimi collaboratori ed esperto di manoscritti e mi consiglia di chiedere l’autorizzazione a poter fotografare l’opera per poterla studiare a fondo. Mi attivo subito ad espletare tutte le procedure necessarie ad ottenere l’autorizzazione e insieme al M° Scibilia ci rechiamo di nuovo a Capua e fotografiamo tutto il manoscritto.
Quando le è scattata l’idea di voler pubblicare la Messa di Gloria?
In genere quando si pubblica un manoscritto bisogna essere certi della originalità e che non sia stato manomesso da copisti ecc. decido di pubblicare l’opera dopo che il M° Mendolicchio l’ha studiata a fondo e mi conferma che vale l’opera è meritoria di una pubblicazione. Mi attivo subito a formalizzare alla direzione del Museo ed in particolar modo al Dott. Gianni Solino tutte le richieste necessarie atte ad ottenere l’autorizzazione alla pubblicazione nei termini di legge previsto in questo caso e nel giro di pochi giorni vengo autorizzato.
Sicuramente iniziando un lavoro del genere avrà incontrato delle difficoltà oggettive, soprattutto perché trattasi di un manoscritto di un’opera giovanile, ce ne può parlare?
Le difficoltà oggettive iniziali sono state quelle di leggere attentamente il manoscritto soprattutto in quei punti dove la comprensione delle note era poco chiara. Ma questo lavoro è stato fatto unitamente dal M° Gabriele Mendolicchio e dal M° Scibilia che poi hanno curato l’edizione critica dell’opera. Come editore mi sono limitato semplicemente a curare l’aspetto grafico.
So che lei collabora con il M° Scibilia, quando ha saputo del manoscritto di Martucci e quando ha deciso di pubblicarlo per la Vigor Music ha pensato subito che il Maestro potesse, con la sua esperienza e competenza, voler affrontare una simile sfida?
Al M° Scibilia mi lega una lunga amicizia, ero sicuro che lui si sarebbe attivato a trovare un finanziamento per poter portare avanti il progetto e soprattutto a poterlo eseguire in prima assoluta. Cosa che gli è riuscita alla perfezione.
Maestro nel ringraziarla, la invito quanto prima a ritornare a Capua per qualche nuova “sfida”.
Maestro Paolo Scibilia
Maestro, come prima domanda le chiedo come è venuto a conoscenza del manoscritto di Martucci?
Diciamo per puro caso anche se, quando si tratta di Giuseppe Martucci, per me, non è mai un caso (il Maestro mi ha svelato degli aneddoti). Avevo letto, grazie ad una mia collega, qualcosa sulle Matres Matutæ e, una domenica mattina le proposi di accompagnarmi al Museo Provinciale Campano di Capua. Partimmo abbastanza tardi da Sorrento e riuscimmo ad arrivare giusto in tempo per vedere quella straordinaria collezione. Alla fine del giro, vidi che, in un angolo, c’era un ritratto di Martucci e mi accorsi anche di un manoscritto della “Messa di Gloria”. Tornando a casa, contattai il M° Vigorito e iniziammo a fare delle ricerche, da li si aprì un mondo…
Lei essendo uno dei maestri più apprezzati, non solo del centro sud Italia ma di tutta la nostra penisola e avendo lavorato su moltissime opere dei musicisti più importanti della storia, a livello tecnico compositivo, come valuta quest’opera del giovanissimo Martucci, sicuramente molto influenzata dal melodramma?
Sicuramente l’opera è molto influenzata dal melodramma (basti pensare all’entrata dei corni, molto rossiniana) per questo la considero un unicum e, grazie anche a queste sue caratteristiche, ci sarà possibilità di poterla eseguire anche in contesti non propriamente religiosi.
Dal manoscritto, immagino, Lei abbia dovuto, insieme con l’editore, il M° Vigorito, fare delle piccolissime modifiche, piccole revisioni per poter pubblicare un’edizione critica e soprattutto per poterla rendere eseguibile con l’orchestra, ce ne può parlare?
In un primo momento abbiamo anche pensato che potesse esserci una copia nel Conservatorio di Napoli visto che la “Messa”, quasi sicuramente doveva essere un compito di composizione del giovane Giuseppe Martucci, poi abbiamo capito che era l’unica copia esistente. Questa cosa ci ha ha dato così tanta energia. Abbiamo iniziato a pensare che, se fossimo riusciti ad eseguirla, sarebbe stata la prima vota in assoluto tranne, forse, rare volte, nella versione pianoforte e voci, durante il periodo in cui il Maestro era direttore del Conservatorio di Bologna, quindi anche con tutte le difficoltà oggettive, la sfida l’abbiamo accettata e siamo riusciti a realizzare un nostro sogno ma, sicuramente, anche il sogno del Maestro, a pochi metri dalla sua casa natale.
Lei ha scelto l’ Orchestra Sinfonica Kazaka di Pavlodar e il Coro “Giuseppe Verdi” di Roma, diretto dal Maestro Anna Elena Masini, aveva già collaborato con questi ensemble? Secondo lei, quali sono le impressioni che hanno avuto questi straordinari professori d’orchestra, i solisti Marco Santarelli (tenore I), David Sotgiu (tenore II), Massimo Simeoli (baritono) Andrea D’Amelio (basso) ed il coro durante le prove e le esecuzioni?
Collaboro da anni con l’Orchestra Nazionale Kazaka, come lei sa, nell’Europa dell’est, c’è ancora tanto interesse e propensione verso la musica cosiddetta seria, quindi, visto che mi fido molto della loro professionalità e preparazione tecnica, la scelta, per me, è stata facile. Lo stesso dicesi per il coro “Verdi”. I solisti poi, davvero eccezionali e tutti, le posso assicurare, si sono molto emozionati nell’eseguire quest’Opera martucciana e, credo, anche il pubblico, seppur non numerosissimo ma molto attento, abbia “sentito”, queste vibrazioni.
Maestro, la ringrazio e l’aspetto a Capua, so che lei ama molto la nostra cittadina anche sotto l’aspetto architettonico, per le martucciane e per farle un pò da Cicero.